[ Pobierz całość w formacie PDF ]
Dopodich, Tabori sedette su uno sgabello, lasciandomi in piedi, e procedette a un pacato
ma preciso interrogatorio. Sembrava cercare conferma a cose che gi conosceva bene, e mi parve di
vederlo reprimere una certa soddisfazione nel sentire dalla mia stessa voce che ero orfano e senza
altri parenti all'infuori di mia nonna.
Sai, mi disse quand'ero bambino avevo la facolt di scoprire il grado di influenza che il
gioco esercitava sull'individuo che mi stava dinanzi, solo fissandolo qui, in mezzo alla fronte . Poi,
quasi fosse pentito di avermi fatto questa confidenza, sembr volermi distogliere con un battito di
mani. Bene! esclam ora ci aspetta il lavoro. Dobbiamo fare di te un campione, a quanto pare .
Mi squadr da capo a piedi, come se pensasse a quale costume farmi indossare per questo mio
nuovo ruolo. A proposito... preferisci essere un eroe o un antieroe? .
Non capivo che cosa intendesse dire. Allora Tabori cerc di spiegarmi il concetto. Vedi,
disse secondo lo psicoanalista Reuben Fine, che fu per lungo tempo uno dei pi grandi giocatori
del mondo, esistono due specie antitetiche di scacchisti. Da una parte c' l'eroe, che non ha altra
religione, altra ragione d'essere, che non siano gli scacchi: ogni soddisfazione, ogni piacere gli
vengono dalla scacchiera e dalle vittorie che ne riporta, e viceversa ogni forma di dolore e di paura
della morte racchiusa nelle sconfitte subite. L'eroe non pu concepire l'esistenza senza quel campo
di battaglia che sono gli scacchi, non pu esistere senza lottare, solo questo lo mantiene in vita, e
quando la sua supremazia comincia a declinare, egli perde ogni interesse per quel che lo circonda.
Dal momento che per lui non esiste null'altro, egli scompare, dunque, se non come persona fisica
(ch la morte pu avvenire anche molti decenni dopo), almeno come individualit. Questa,
naturalmente, la via pi rischiosa... .
Le parole di Tabori mi inquietavano, perch descrivevano proprio i miei sintomi; e lui me ne
stava parlando con gravit, come se si fosse trattato di una malattia terribile. Che ne fossi gi
contagiato a quel punto. Ma mi restava ancora una speranza.
E l'antieroe? .
L'antieroe pu diventare ugualmente un grandissimo giocatore, persino un campione del
mondo, come stato Lasker, solo che non un predestinato: non vende l'anima al diavolo
incondizionatamente, ma stila qualche clausola a proprio favore. Non vive solo per gli scacchi,
capisci? un uomo, e come tale si lascia una libert di scelta. Lasker, ad esempio, era anche un
matematico, un filosofo, si dilettava di musica ed era, a quanto sembra, anche un ottimo giocatore di
bridge .
Questa seconda condizione sembrava adattarmisi meglio. In fondo, amavo la pittura, mi
piacevano le ragazze... per, lo stesso, perdere una partita era come morire.
Quasi leggendomi nel pensiero, Tabori riprese: Io mi auguro per il tuo bene che tu
appartenga a questa seconda categoria. Ma forse un po' troppo presto per dirlo. In ogni caso, lo
scoprirai da solo . Poi, quasi rivolto a se stesso, pronunci una frase misteriosa: Spero disse che
sia giunto il tempo in cui la razza degli uomini rimpiazzer ogni stirpe di semidei .
Non ebbi modo di approfondire il significato di queste ultime sue parole, perch gi mi
faceva segno di seguirlo.
Si avvi verso una porta che si trovava all'altro capo della stanza. Passando accanto al
pianoforte, osservai per un attimo quei preziosi portaritratti, e nel vedere le foto che vi erano
racchiuse non potei fare a meno di provare un brivido.
Tabori mi precedette lungo un corridoio ricoperto per tutta la sua lunghezza da una
variopinta passatoia dai disegni orientali, fino a una piccola stanza di circa tre metri per tre,
completamente spoglia e illuminata solo da una specie di lucernario. Al centro della stanza, su una
pedana, si ergeva sinistramente un tavolo quadrato al centro del quale era collocata una scacchiera
di metallo, con dei pezzi anche questi di metallo. Sembrava quasi un patibolo: per un condannato
costretto a giocare finch morte non sopravvenga . Quelle figure degli scacchi, fuse in due leghe di
diverso colore, una bronzea e l'altra argentea, pur risultando di pregevole fattura, brillavano
freddamente; non c'era in esse n la levigatezza delle lacche, n il calore del legno: apparivano bens
spoglie, quasi ridotte all'essenza micidiale di un'arma bianca.
I pezzi erano disposti in una complicata posizione di un centro di partita che mi sembr
vagamente familiare.
La riconosci? mi chiese Tabori.
Non lo so, mi pare... . L per l non riuscivo a ricordare, ma dopo un po', osservandola
meglio, rividi tutt'a un tratto la partita che stavo giocando la sera in cui Tabori mi si era avvicinato e
io, con la mia irruenza, avevo deluso le sue aspettative. Restai sconcertato dal fatto che gli fosse
bastata una sola occhiata per ricordarsi una posizione cos complessa, e mi inorgogl che l'avesse
ritenuta interessante abbastanza da memorizzarla.
Avrei dovuto muovere il pedone ammisi, con una punta di contrizione.
Gi, hai avuto troppa fretta di vincere. Sei caduto nella trappola tesa dalla tua stessa vanit.
Ma supponi solo per un attimo che ci fosse stata in gioco una posta molto alta: in quel caso, dimmi,
avresti rischiato? .
Credo di no .
Fissavo i pezzi disposti sulla scacchiera, e ora che mi trovavo libero da ogni tensione
nervosa, vedevo con chiarezza quanto facile sarebbe stato vincere. Se avessi scelto di muovere il
pedone, se avessi fatto quella mossa umile, mi sarei chiuso in una difesa inespugnabile, e il mio
avversario, pur mantenendo una parit materiale, si sarebbe trovato improvvisamente in una
posizione di Zugzwang: dove qualsiasi mossa si sarebbe ritorta contro di lui.
Tabori continu: Gli scacchi sono pur sempre un gioco, anche se del tutto particolare, e
come in ogni gioco ci deve essere una posta. Pi grande sar il valore di questa e pi acuta sar la
tua attenzione. Per certi individui il timore della sconfitta una ragione sufficiente, ma non tutti
[ Pobierz całość w formacie PDF ]